Pubblicato da: fondazionecarisbo | 7 giugno 2010

Prof. Massimo Negri, consulente museale Genus Bononiae

Nel discorso italiano sui beni culturali si è andata definendo, nel corso degli ultimi decenni, una visione del territorio come “museo diffuso”, cioè un complesso di manufatti storico–artistici e di emergenze architettoniche che animano il paesaggio, anch’esso risultato della stratificazione storica degli insediamenti umani.

Una idea legata in maniera particolare alla situazione italiana che, come sappiamo, presenta una altissima densità di beni culturali mobili e immobili. Da qui anche l’espressione sovente utilizzata dai media di “museo all’aperto” in relazione ai centri storici delle città italiane.

Nel progetto Genus Bononiae – Musei nella Città l’idea di museo diffuso presenta una sua specifica concretezza in quanto il complesso museale si articola in più sedi, ciascuna costituita da un edificio storico che viene restituito all’uso pubblico dopo un accurato restauro. Si viene così a creare un percorso di particolare interesse per la varietà delle tipologie architettoniche e delle destinazioni originarie, nonché per l’opportunità offerta al visitatore di conoscere Bologna scoprendone alcuni dei luoghi più significativi.

Fanno parte di questo circuito edifici di culto oggi adibiti ad uso culturale: la Chiesa di San Giorgio in Poggiale trasformata in biblioteca e San Colombano museo di strumenti musicali. Il Santuario Santa Maria della Vita che ospita il Museo della Sanità e il famoso Compianto di Niccolò dell’Arca e la Chiesa di Santa Cristina utilizzata per concerti sono invece ancora consacrati. Infine due importanti edifici di uso civile, Palazzo Fava e Palazzo Pepoli Vecchio sono destinati rispettivamente a esposizioni temporanee e permanenti. Fuori dal centro l’antico convento di San Michele in Bosco, modello di architettura rinascimentale, sarà destinato ad attività culturali diverse.

Genus Bononiae – Musei nella città è dunque “diffuso” nel centro storico della città e articola le diverse funzioni, che spesso troviamo riunite in un’unica sede museale, in più luoghi: la biblioteca, l’auditorium, la galleria per mostre temporanee e una serie di esposizioni permanenti sul tema della storia della città o inerenti aspetti specifici delle collezioni raccolte nel tempo dalla Fondazione Carisbo.


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